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Consiglio comunale straordinario: le considerazioni di Giangiacomo

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La riunione straordinaria del Consiglio comunale di giovedì scorso ha lasciato degli strascichi. Da parte delle opposizioni, infatti, non mancano critiche e chiarimenti. Nelle righe che seguono, l’analisi di Guido Giangiacomo:

Ieri (la nota è di venerdì 12 agosto, NdR) consiglio comunale sulla indagine relativa agli eventi estivi 2013 ed ancora una volta oltre 4 ore di consiglio comunale ed a leggere stampa e commenti su FB degli interessati sembra sia stato un nulla di fatto. Non è così ed ancora una volta riassumerò la posizione del sottoscritto e quanto è realmente accaduto. Inoltre dal prossimo consiglio ogni mio intervento sarà in diretta FB e successivamente a disposizione di tutti sul mio profilo così i cittadini potranno realmente giudicare la mia attività!
Ed andiamo con ordine: le minoranze all’unanimità avevano chiesto un consiglio comunale straordinario con un deliberato ben preciso:
1) nell’attesa degli sviluppi degli eventi giudiziari si chiedeva al Sindaco Menna di lasciare l’incarico di assessore alla Marchesani provvedendo però a gestire lui le sue deleghe (niente di strano avviene per vari motivi in parecchi Comuni sia per problemi giudiziari sia per rimpasti Giunta in cui il Sindaco temporaneamente si prende tutte le deleghe).
2) il consiglio dava preciso indirizzo all’Amministrazione (intesa anche come funzionari) di procedere sempre con gare pubbliche ad affidamenti di incarichi e consulenze eccezion fatta per i casi specifici e da motivare in cui fosse necessario l’affidamento privato
CHIARO, mi sembra e soprattutto non FORCAIOLO né GIACOBINO. La mia posizione era ed è assolutamente trasparente.
Nella discussione si sono inserite due risoluzioni: una presentata da cinque consiglieri di opposizione ed una dalla maggioranza.
La prima chiedeva di aprire una inchiesta amministrativa sui fatti del 2013 e dei quattro anni intorno a tale data con riferimento agli incarichi effettuati per le manifestazioni estive al privato interessato ed a società eventualmente a lui collegate e sotto inchiesta dalla magistratura.
Nel mio lungo intervento in consiglio (e chi ha seguito lo streaming può confermare il mio equilibrio ma al tempo stesso inflessibile chiarezza) ho evidenziato come politica e magistratura non possano interferire e, quindi, mentre è compito di un politico (consigliere di opposizione) chiedere ad un altro politico (Sindaco) di revocare le deleghe e procedere sempre con gare (ORDINE DEL GIORNO CHE POI HO VOTATO INSIEME A TUTTA LA MINORANZA), non è compito di un politico aprire una inchiesta amministrativa su fatti per cui c’è già una inchiesta penale coperta da segreto istruttorio che necessariamente per giungere ad un verdetto di possibile colpevolezza chiedendo un rinvio a giudizio ha GIA’ NECESSARIAMENTE VALUTATO LA ILLEGITTIMITÀ AMMINISTRATIVA DI ALCUNE CONDOTTE. Per cui mi sono astenuto dal voto.
Chiaro come sempre. Ma questo ragionamento oggi non lo si legge da nessuna parte, si leggono titoli roboanti della serie 5 consiglieri di opposizione si astengono (tra cui io), o frasi ad effetto espresse da altri consiglieri di opposizione prive di alcun ragionamento giuridico ma buone per titoloni.
Quanto alla seconda risoluzione presentata dalla maggioranza la stessa prevedeva di fare corsi di approfondimento sul codice degli appalti entrato in vigore dall’aprile scorso al fine di favorire la trasparenza dell’azione amministrativa. SAREBBE STATA FACILE IRONIA DIRE CHE I CORSI AVREBBERO E DOVREBBERO FARLI QUANTI SONO COINVOLTI NEL PROBLEMA CHE ERA IN DISCUSSIONE E QUANTI IN CONSIGLIO CON IL LORO VOTO IERI LI HANNO DIFESI, ma ho ancora una volta spiegato con pacatezza e logica stringente che non si può chiudere un consiglio in cui si chiede chiarezza per fatti di rilevanza penale con un impegno a fare un corso di formazione. Di qui il mio voto contrario.
Nel corso della lunga illustrazione del punto originale all’ordine del giorno ho affrontato i vari aspetti della questione e pur conscio del profondo dramma morale che un cittadino vive quando indagato ho evidenziato come un consiglio comunale serio e politicamente efficace deve svolgere la sua attività di controllo e quindi prendere provvedimenti politici.
HO ED ABBIAMO FATTO IL POSSIBILE, purtroppo una minoranza che per una legge non proprio fatta bene per 123 voti si ritrova numericamente in 9 contro 16 soccombe alla logica dei numeri e siccome la storia la scrivono i vincitori oggi si legge di tutto e di più, ma la realtà è questa.
Da professionista e politico penso di aver fatto il mio dovere fino in fondo, prendo atto con serenità che la maggioranza ha ritenuto di non dover prendere alcun provvedimento da noi richiesto e di questo risponderà ai cittadini, perché come ho detto nel mio intervento AMICUS PLATO SED MAGIS AMICA VERITAS, la verità dovrebbe avere il sopravvento sui rapporti di amicizia, ma se così non è i politici rispondono ai loro elettori che non necessariamente confermano loro la fiducia anche se due mesi fa hanno ritenuto diversamente.
Morale (o immorale) della favola: il nostro ordine del giorno respinto 16 a 9, il loro corso di formazione
😜 approvato 16 a 9…”

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