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Il WWF giudica paradossali le polemiche sulle multe ai gitanti del fiume Orta e del torrente Cusano

Dal WWF Chieti-Pescara riceviamo e pubblichiamo:

E’ veramente paradossale ed estremamente preoccupante l’intervento di diversi amministratori locali sulla vicenda delle multe comminate dai carabinieri-forestali a chi, violando la legge, ha utilizzato tratti del fiume Orta e del torrente Cusano a mo’ di vasca da bagno, nonostante quelle aree siano comprese nella Zona A (Riserva integrale) del Parco Nazionale della Majella, nella Zona di Protezione Speciale dell’Unione Europea “IT7140129 Parco Nazionale della Majella” e nel Sito di Interesse Comunitario “IT7140203 Majella”.
È stato commesso un reato ed è stato perseguito dai tutori dell’ordine. La politica, come troppo spesso avviene in Italia, sta cercando assurdamente di ribaltare la realtà dei fatti ponendo sotto accusa chi è intervenuto per far rispettare la legge e non chi l’ha violata.
Pur comprendendo gli interessi del turismo (che tuttavia nei parchi deve essere un turismo rispettoso come avviene in ogni area protetta del mondo) non è concepibile che si giustifichino comportamenti irrispettosi anche a fronte dei tantissimi che frequentano piacevolmente le aree protette rispettandone le regole consapevoli di stare godendo di quello che è un bene comune, che nessuno può usare danneggiandolo. Si è arrivati, in questi giorni di vero delirio, a promuovere persino l’ipotesi di disobbedienza civile, proposta anche da chi è stato personalmente sanzionato domenica scorsa. Una vera e propria istigazione a delinquere che diventerebbe anch’essa un reato se qualcuno dovesse dar seguito a questa folle idea.
Tra l’altro i Carabinieri Forestali già da tempo, in seguito a esposti che segnalavano comportamenti illeciti in zone a rigorosa protezione pubblicizzati anche sul web, sono intervenuti a più riprese sia a livello informativo che con controlli sul sito durante i quali gli escursionisti erano stati semplicemente invitati a rispettare le regole. Il 25 scorso si è arrivati alle prime contestazioni, anche – immaginiamo – per la presenza contemporanea di un gran numero di persone, con evidenti danni per l’ambiente e la fauna protetta. Siamo abituati a considerare ad esempio l’orso come degno della massima tutela per il suo ruolo anche carismatico, ma non è diversa la situazione per altri animali, come gli anfibi e i crostacei, egualmente preziosi, anche se di piccola taglia, per la biodiversità e il funzionamento dell’intero ecosistema.
Il WWF Chieti-Pescara, che ha nel proprio territorio di competenza l’intera area del Parco della Majella, esprime piena solidarietà ai Carabinieri Forestali messi assurdamente sotto accusa per aver compiuto il proprio dovere e stigmatizza l’atteggiamento inqualificabile dei politici locali che pretenderebbero di giustificare un reato solo perché… commesso a fini turistici. Secondo questa “logica” chi viaggia a 150 km orari non potrebbe essere multato se sta andando in vacanza!
«L’inqualificabile atteggiamento di alcuni amministratori abruzzesi, a cominciare dall’assessore regionale ai Parchi e dal presidente della Provincia di Pescara, e il silenzio della quasi totalità degli altri – commenta il delegato Abruzzo del WWF Italia Luciano Di Tizio – la dice lunga sui rischi che correrà la natura protetta in Italia con la riforma delle legge quadro sulla aree protette 394/1991, semmai malauguratamente approvata in forma definitiva dal Senato nella attuale versione che consegna la gestione dei Parchi in mano a piccoli interessi locali. Gli interventi su questa vicenda di amministratori regionali, provinciali e comunali hanno palesemente dimostrato come questa classe politica sia del tutto inadeguata per un simile importante compito, legato invece all’interesse dell’intera nazione e dell’intero pianeta».
Il WWF ribadisce la propria disponibilità a collaborare con i Carabinieri Forestali, come ha già fatto in passato, anche alla luce del protocollo d’intesa firmato a livello nazionale tra l’Associazione e l’Arma. E ribadisce la propria solidarietà a chi la legge la fa rispettare e non certo a chi la viola, qualsiasi sia la motivazione alla base di questa violazione.

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