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7:40 6.5

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“Dopo l’evento di questa mattina 30 ottobre alle 07:40 ora italiana di magnitudo M 6.5, sono stati localizzati decine di altri eventi sismici nella zona al confine tra Marche e Umbria. Alle ore 10:00 risultano circa 50 eventi di magnitudo maggiore di 3.0” (da una nota dell’INGV). E’ passata poco più di una settimana da quel 30 di ottobre e da quel terremoto di magnitudine 6.5 della Scala Richter, a cui la nota dell’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) menzionata poc’anzi si riferisce. Il 26 ottobre c’era già stata una coppia di scosse di cui la seconda, avutasi alle 21.18, era stata classificata di magnitudine 5.9 della stessa scala. In effetti, nell’Italia centrale, la terra, dal sisma del 24 agosto, non ha mai smesso di tremare: “A una settimana dall’evento di magnitudo M 6.5 la sequenza sismica continua. Dal 24 agosto scorso il numero complessivo di scosse è pari a circa 23.900. Alle ore 17:00 di oggi, 6 novembre, sono circa 682 i terremoti di magnitudo compresa tra 3 e 4, 41 quelli di magnitudo compresa tra 4 e 5 e 5 quelli di magnitudo maggiore o uguale a 5”, rende noto lo stesso Istituto, in una nota di domenica 6 novembre. La terra, in Italia, specie in certe zone, trema costantemente, e non si è certamente ‘messa in moto’ nell’agosto del 2016. E’ tuttavia evidente, e i dati dei sismologi lo dimostrano in maniera eloquente, che a partire dal 24 agosto la terra ha cominciato a muoversi in maniera più frequente e più violenta: sono aumentati i terremoti in generale, e, cosa più allarmante, le scosse di magnitudo superiore a 4. Hanno fatto inoltre la loro comparsa le scosse di magnitudo superiore a 5, e a 6… e ognuna di queste si è lasciata alle spalle danni e rovine… In una dichiarazione alla stampa, il presidente dell’INGV ha chiarito che – ferma restando l’impossibilità di azzardare previsioni – la sequenza sismica post 24 agosto potrebbe “durare a lungo” e “non si possono escludere eventi importanti”. In altri termini, altre scosse più o meno forti sono da mettere nel conto. Allo stato attuale delle cose, diversi centri abitati, come Amatrice, Norcia  vari comuni dell’Umbria e delle Marche sono seriamente danneggiati o praticamente rasi al suolo, e anche in Abruzzo, soprattutto nel Teramano, molti edifici – i più antichi ma non solo – risultano inagibili o significativamente danneggiati. Nella stessa città di Teramo ci sono stati vari edifici, tra cui diverse scuole, la cui situazione non è ancora completamente chiara. Significative le dichiarazioni del sindaco alla stampa: secondo Maurizio Brucchi, a Teramo “la situazione è davvero grave”. Nella città, infatti, le scuole sono ancora chiuse dal 30 ottobre, a causa delle verifiche ancora in corso. Inoltre sono state firmate dal sindaco 280 ordinanze di sgombero per inagibilità totale, che riguardano tra le 700 e le 800 persone. Diverse frazioni della città sono state seriamente danneggiate e i danni subìti da Teramo e dal Teramano sarebbero, a detta del primo cittadino, “tanti”. La terra ha tremato in tutta l’Italia centrale, e qualche crepa pare sia anche a Roma. A Vasto, le due scosse più forti del 26 ottobre e la scossa delle 7:40 di domenica 31 sono state decisamente sentite dalla popolazione, anche se i controlli scattati in tempi piuttosto brevi hanno dimostrato la mancanza di danni significativi agli edifici pubblici, e pare che anche per gli edifici privati la situazione sia la stessa. La parte bassa dell’Abruzzo è uscita quasi indenne dalle scosse telluriche.

 

Sopra: ‘SHAKEmovie’: Animazione della propagazione sulla superficie terrestre delle onde sismiche generate dal terremoto di Mw 6.5 delle ore 07:40 del 30 ottobre 2016 che ha coinvolto l’Italia Centrale.                                                                                                                                                                            Le onde di colore blu indicano che il suolo si sta muovendo velocemente verso il basso, quelle di colore rosso indicano che il suolo si sta muovendo verso l’alto. Ogni secondo dell’animazione rappresenta un secondo in tempo reale. Sono i primi 2 minuti a partire dall’origine dell’evento sismico.
Non si tratta di un’animazione artistica ma della soluzione delle equazioni che descrivono il processo di propagazione (Fonte: INGV – Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia).

 

 

 

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