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L’onda lunga

A distanza di più di una settimana dall’ultima tornata elettorale, non si è ancora spenta l’eco dei risultati usciti dalle urne.

Riassumiamoli in breve: il risultato più eclatante è, senz’ombra di dubbio, l’affermazione della Lega. Il partito di Salvini, dato, dagli ultimi sondaggi noti, in calo di diversi punti percentuali nelle ultime settimane preelettorali, ha sconfitto sondaggi (ed exit poll) superando il 34% alle elezioni europee.

 La Lega è risultata inoltre  decisiva, con una percentuale ancora più elevata, a garantire al Centrodestra la vittoria nelle elezioni regionali svoltesi in Piemonte nello stesso giorno, che hanno visto Alberto Cirio sfiorare la maggioranza assoluta dei voti validi e distanziare in maniera netta i competitori.

 Il trio Salvini-Meloni-Berlusconi si aggiudica quindi un’altra Regione e, se alle politiche che verranno dovesse confermare i numeri delle europee, stravincerebbe, trovandosi ormai a ridosso della maggioranza assoluta dei voti.

Oltre al risultato eclatante della Lega, colpisce l’onda lunga di Fratelli d’Italia.

Il Partito della Meloni, infatti, continua a crescere e a consolidarsi e, superando decisamente il 6%, si colloca a breve distanza da Forza Italia.

Altro fenomeno decisamente eclatante, e molto temuto dagli interessati, è il tracollo elettorale del M5S. Il Movimento fondato da Grillo e Casaleggio, infatti, arretra dal 32% delle ultime politiche al 17% delle scorse europee, facendo peggio anche delle europee del 2014 (dove aveva preso oltre il 21%). Milioni di voti (ormai ex) pentastellati hanno preso il largo e, a completare l’opera, si è registrato anche il sorpasso da parte del PD targato Zingaretti che, superando il 22%, sembra aver invertito la tendenza elettorale negativa degli ultimi anni aggiudicandosi il secondo gradino del podio. Ragionando però in termini assoluti e non percentuali, va notato che i democratici, rispetto alle ultime politiche, hanno subìto una sia pur limitata flessione.

 Possiamo provare, a questo punto, a trarre alcune conclusioni. È evidente che la linea politica di Salvini, basata su idee forti come la difesa dei confini, la sicurezza e l’abbassamento delle tasse, ha fatto presa in maniera significativa su buona parte dell’opinione pubblica, come dimostra l’andamento elettorale della Lega.

Un discorso simile può essere fatto per Fratelli d’Italia. Il Partito della Meloni, infatti, vede premiata la sua politica basata su difesa dell’identità nazionale e dei valori connessi, come su difesa dei confini e sicurezza, da cui è scaturita una naturale convergenza con Salvini.

 Il Centrodestra, se dovesse presentarsi unito alle prossime politiche, con numeri come quelli attuali ha ottime possibilità di ottenere una maggioranza autosufficiente in ambedue le Camere.

 Si lecca le ferite, invece, e lo farà ancora per un bel po’, il M5S. Il Movimento paga senz’altro il ritorno all’ovile di un certo numero di ‘voti rossi’ che, riversatisi sui pentastellati in occasione delle scorse politiche, hanno deciso, evidentemente insoddisfatti, di tornare al PD. Molti voti persi dal M5S pare siano andati però al Partito dell’astensione, segno questo dell’insoddisfazione di molti elettori di Di Maio e soci.

Il Movimento è andato maluccio anche nelle amministrative (non dimentichiamo che si è votato, nello stesso giorno, per le elezioni europee, per le regionali del Piemonte e per l’elezione di un cospicuo numero di sindaci) ma qui la partita era più difficile per una forza politica con un radicamento territoriale non molto forte.

 La maggioranza che sostiene il Governo Conte, nel suo insieme, ha ottenuto la maggioranza assoluta dei voti, ma adesso, al suo interno, i rapporti di forza sono, rispetto agli inizi, sostanzialmente invertiti.   

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