• PER CERCARE NEL SITO

Polemiche infuocate

Gli incendi che in questa estate hanno devastato il patrimonio boschivo della nostra regione hanno lasciato di sé, inevitabilmente, una coda di polemiche politiche. Diversi esponenti pentastellati, in più di un intervento, hanno polemizzato con le istituzioni – regionali e nazionali – e sulle decisioni prese da chi le amministra. Nei tre comunicati che seguono, Sara Marcozzi e Domenico Pettinari esprimono in maniera piuttosto netta il loro punto di vista in materia. Iniziamo con la Marcozzi:

L’Abruzzo brucia. Ancora. Il Morrone brucia da NOVE giorni! E sono circa un’altra decina gli incendi dislocati su tutto il territorio regionale. E’ ormai certa la mano dolosa che sta appiccando i fuochi: proprio nel sulmonese sono stati ritrovati gli inneschi dai Vigili del Fuoco durante gli interventi di spegnimento. Ettari ed ettari di Parchi sono andati in fumo, una vera mattanza della fauna che abitava quei boschi. Un danno incalcolabile per la nostra regione.
“Ho preferito rimanere in silenzio perché credo che durante l’emergenza sia meglio impiegare le forze per risolvere i problemi, ma a distanza di nove giorni dal primo incendio sul Morrone non è più possibile restare zitti” commenta Sara Marcozzi, consigliere regionale M5S. “L’Abruzzo è una delle tante regioni che sta subendo l’emergenza incendi, a Luglio andò in fumo il Parco Nazionale del Vesuvio in Campania e in queste ore sono centinaia i fronti aperti su tutto il territorio nazionale. Siamo di fronte all’ennesima emergenza. Il Paese è ormai incapace di fare prevenzione e, cosa ancor di sconcertante, è anche impreparato a gestire l’emergenza”.

IL LIVELLO NAZIONALE

LO SCIOGLIMENTO DEL CORPO FORESTALE DELLO STATO, ha prodotto solo una grande confusione su competenze, mezzi e risorse a tutto vantaggio dei malintenzionati, indebolendo peraltro il servizio anti-roghi. Infatti degli oltre 7.000 forestali, 6.754 sono passati ai Carabinieri, 390 ai Vigili del Fuoco e poche decine alla Polizia di Stato e alla Guardia di Finanza. Una riforma pasticciata che ha delegato ai Vigili del Fuoco l’esclusiva competenza sullo spegnimento degli incendi, un tempo assicurata anche dal Corpo Forestale. È di tutta evidenza che i 390 trasferimenti ai Vigili del Fuoco sono totalmente insufficienti per lo svolgimento di queste importanti attività e lo dimostrano le difficoltà che il nostro Paese e la nostra regione hanno avuto nella gestione degli incendi. Stesse dinamiche si evidenziano nella gestione dei mezzi, dei 32 elicotteri nelle disponibilità della Forestale, 16 sono stati assegnati ai Vigili del Fuoco e 16 all’Arma dei Carabinieri. Un pasticcio in salsa renziana che ha dimezzato la capacità di intervento, considerato che la riforma ha escluso i Carabinieri dalle competenze relative in materia di anti-incendio.

– LO SMANTELLAMENTO (DI FATTO!) DELLA PROTEZIONE CIVILE che dal 2012 in poi, complice anche la gestione Bertolaso, ha via via perso poteri, risorse e mezzi. Una rete un tempo efficiente e invidiata da tutto il mondo è stata svuotata dal proprio interno e oggi riesce a mantenere un livello insufficiente di intervento, per lo più garantito dall’impegno di migliaia di volontari a cui va il nostro ringraziamento. Basti pensare che l’attuale flotta nazionale adibita all’antincendio boschivo gestita dal Coau – Centro Operativo Aereo Unificato del Dipartimento della Protezione Civile è composta da 16 Canadair, 4 Elicotteri Erickson S64F (i mezzi più efficienti per questo tipo di interventi: capacità di carico da 9-10.000 litri, 45 secondi per il rifornimento e possibilità di gestione del getto d’acqua) e altri 8 elicotteri provenienti dal Corpo dei Vigili del fuoco. Un flotta di 28 mezzi per tutto il territorio nazionale che, in questi due mesi estivi, si è dimostrata totalmente inadeguata alla gestione delle emergenze. Un governo nazionale che ha preferito investire in F-35 piuttosto che fornire al Paese una flotta di mezzi idonea per intervenire sui numerosi fronti di fuoco che si registrano ogni estate.

IL LIVELLO REGIONALE

UNA FLOTTA REGIONALE INESISTENTE. A differenza di altre regioni che hanno investito cospicue risorse per i programmi antincendio, Regione Abruzzo è riuscita a stipulare una sola convenzione, peraltro con notevole ritardo, per la disponibilità di un solo elicottero. Altrove, i governi regionali, si sono mossi in anticipo con convenzioni che hanno innalzato il livello di intervento: Piemonte 5 mezzi, Lombardia 4 mezzi, Toscana 10 mezzi, Sardegna 12 mezzi e Calabria 4 mezzi. Un allarme lanciato in tempi non sospetti dalle associazioni ambientaliste e confermato anche dalle dichiarazioni del Capo della Protezioni Civile rimasto inascoltato.

LA CATTIVA GESTIONE DEL PATRIMONIO BOSCHIVO. Il continuo abbandono delle aree interne ha generato una riduzione delle aree un tempo adibite a coltivazioni e pascoli con conseguente aumento della superficie delle aree boschive. La mancanza di manutenzione e di cure di queste aree aumenta esponenzialmente il rischio di incendi. Una su tutte: la mancata realizzazione di “Viali taglia fuoco” che in caso di incendio riuscirebbero a circoscrivere il fronte del fuoco in micro-aree, agevolando gli interventi da terra e riducendo la superficie delle aree su cui intervenire. Interventi di questo tipo avrebbero evitato che andassero in fumo interi versanti di montagna.

LA PREVENZIONE E GLI STRUMENTI DI DETERRENZA. Stante la natura dolosa degli incendi, delle Istituzioni serie avrebbero tutti gli strumenti per arginare in maniera efficace l’azione dei piromani. Dall’impiego delle foto-trappole nei boschi, all’utilizzo di droni per la video-sorveglianza, passando per l’impiego di risorse umane specializzate nel controllo e nella sorveglianza di aree a rischio.
“Quelle appena elencate sono solo alcune delle criticità e delle proposte che chi è al governo del Paese e della regione avrebbe potuto e dovuto mettere in campo. Un mix di incompetenza e scarsa attenzione alla prevenzione alla minima emergenza mettono in serio pericolo la nostra comunità. In inverno, piogge e neve inginocchiano la regione: black-out energetici, paesi isolati, strade impraticabili, ponti crollati e macchine sgombra neve numericamente insufficienti. In estate siccità e incendi” dichiara Sara Marcozzi “alla mano dolosa dell’uomo e agli eventi atmosferici straordinari si deve rispondere con la programmazione, la prevenzione e la visione. Il PD governa il Paese da quasi 5 anni e il Presidente D’Alfonso guida la Regione da oltre 3 anni, eventi come questi vanno gestiti e programmati nel quotidiano e non derubricati a emergenze. Sono stanca di assistere al continuo scarica-barile della politica. Chi è al governo dei diversi livelli istituzionali faccia il proprio dovere, e se possibile, lo faccia prima del verificarsi di determinati eventi. Le criticità e le relative soluzioni sono ampiamente conosciute, il PD in questi anni ha sonoramente fallito, prenda atto dei pessimi risultati e rassegni le dimissioni”.

(Sara Marcozzi)

Dello stesso tenore è Domenico Pettinari:

“Se il soccorso diventa business i roghi potrebbero non spegnersi mai. E in Abruzzo si brucia da oltre 10 giorni.
In questi giorni ho visto la mia terra bruciare. L’ho vista bruciare tra l’inettitudine e l’indifferenza. Tra il qualunquismo e la propaganda. L’ho vista spegnersi nelle fiamme che la stanno distruggendo. Molti cittadini mi hanno fermato per strada chiedendomi notizie e, guardandomi con sguardi preoccupati, mi hanno chiesto cosa accadrà domani. Domani sarà peggio di oggi, se non affronteremo con coraggio un sistema che ci ha condotto giù fin qui. Dobbiamo avere il coraggio di cambiare strada e di guardare avanti. Fino a quando ci sarà anche un solo privato (società, ditta, cooperativa, ecc.) che dagli incendi guadagnerà, il problema non si risolverà. E’ impensabile dare l’opportunità di arricchirsi sugli incendi: strutture, mezzi e uomini per gli interventi di soccorso e spegnimento devono essere pubblici. E’ questa la legge che un Paese serio dovrebbe varare immediatamente. Se in uno Stato, con più di tre quarti della superficie territoriale occupata da montagne (35,2%) e da colline (41,6%), il Corpo forestale viene soppresso e dislocato in vari corpi, sminuendo ed eliminando la prima forza statale per la prevenzione e la lotta agli incendi boschivi, qualcosa non torna. E a chi pensa che parlare di politica sugli incendi è sbagliato, voglio ricordare che la soppressione del Corpo forestale è stata una scelta politica! Acquistare F35 piuttosto che Canadair è una scelta politica! Perché è nelle stanze dei palazzi che si continua a decidere del nostro futuro.
L’Abruzzo è tenuto in ostaggio. Imbrigliato da catene di inefficienza che non vogliono lasciar volare una regione straordinaria che da sola basterebbe al suo fabbisogno. Se, passata l’emergenza, torneremo a disinteressarci del nostro territorio, se tanto le nostre scelte saranno sempre dettate dalla tutela del orticello e non dal bene comune, allora vuol dire che ci va bene tutto questo. Ci va bene essere sommersi ed uccisi dalla neve in inverno ed essere bruciati dalle fiamme in estate. Oggi più che mai abbiamo bisogno di capire che l’unica parola da ripetersi è basta. BASTA!
Il Presidente parla sulla stampa come se fosse in un qualunque bar del centro. Parla di Canadair dalla Francia, e nel farlo ringrazia il Governo, lo stesso Governo che ha scelto di acquistare F35 invece di Canadair. Inoltre nella sua analisi, D’Alfonso, dimentica di sottolineare che la Regione Abruzzo è in forte ritardo nel varare il piano antincendio boschivo (L. 353/2000) di tutte le sue aree protette: infatti, ad oggi, solo il Piano AIB 2017 redatto dal Parco Nazionale d’Abruzzo risulta uno strumento credibile e approfondito. Al contrario, quello del Parco Nazionale del Gran Sasso Monti della Laga denuncia nero su bianco la totale mancanza di fondi per la prevenzione e la lotta attiva contro gli incendi, con i capitoli letteralmente lasciati a zero euro, e l’AIB del Parco della Majella e di altre aree abruzzesi, teoricamente “protette”, non risultano ancora pubblicati. In questi giorni abbiamo dovuto invece apprendere dallo stesso Sottosegretario con delega alla Protezione Civile Mazzocca che la Regione Abruzzo, agli inizi di questo agosto, ha già dovuto stanziare per l’emergenza circa 700 mila euro, impegnandosi a trovarne altri 370 mila, quando si è ormai consumato il disastro di oltre 1000 ettari di terreno andati in fumo, senza conteggiare gli ulteriori devastanti fronti di incendio scoppiati dopo il 7 agosto e che hanno colpito il Gran Sasso, la Majella e il Morrone. Il Presidente faccia un ultimo atto prima di dimettersi ed andare a casa, chieda che per l’Abruzzo il Governo vari lo stato di emergenza, perché stiamo bruciando la nostra storia e la nostra terra. Nel corso di quest’estate i ritardi delle Regioni e degli Enti Locali sono stati più volte denunciati anche dal rapporto di Legambiente che, al 10 agosto, registrava già 101.000 ettari bruciati dell’intero patrimonio boschivo italiano, vedendo più che raddoppiato quanto andato in fumo in tutto il 2016. Ecco perché, pur tenendo conto dell’eccezionale ondata di caldo, davanti alla quasi totale disattenzione e alla cronica mancanza di fondi per la prevenzione da parte della Regione e al fiume di denaro che si spende poi, purtroppo spesso inutilmente, per l’emergenza, nasce il sospetto che anche in Abruzzo siano cominciati a nascere episodi fino ad ora registrati in altre Regioni, dove il sostanziale disinteresse degli enti locali nella prevenzione fa da spola ai troppi interessi privati collegati alla gestione delle emergenze”.

Lo stesso Pettinari, in una seconda nota, ha rincarato la dose:

“La scadenza del bando regionale che assegna 2 milioni di euro a fondo perduto anche ai conduttori privati di superfici forestali per interventi di risanamento, è stata prorogata al 15 settembre 2017. Il bando, nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale 2014/2020 della Regione Abruzzo, prevede tra gli interventi finanziati anche quelli relativi al rimboschimento per beneficiari privati proprietari di superfici Forestali.
Una tentazione per i disonesti che si vedono mettere sul piatto un ‘bocconcino succulento’ che si rende ancora più gustoso con la proroga al 17 settembre, dunque lasciando intercorrere tutto il periodo estivo per fare domanda; periodo che come è risaputo è più proficuo per la diffusione di incendi boschivi. Un’ingenuità, a voler pensar bene, che si potrebbe trasformare troppo facilmente in una ‘tentazione’ per qualcuno. Credo che per prevenire qualunque forma di atto criminoso legato agli incendi per prima cosa bisognerebbe iniziare a modificare questi bandi togliendo tra i beneficiari i conduttori privati di superfici Forestali. Evitare, inoltre, di prorogare i termini per la presentazione delle domande di contributo proprio a ridosso della stagione estiva. Uno Paese serio, alla luce del disastro ambientale che si sta verificando in Abruzzo, dovrebbe evitare ogni tipo di ‘tentazione’ per chi ambisce a facili e illeciti guadagni operando in questo modo. Ribadiamo che per noi è necessario riportare la gestione e la proprietà di mezzi, strutture e uomini destinati al soccorso e allo spegnimento in mano pubblica (mai più privati, società , ditte e cooperative ). Ed il buon senso dovrebbe evitare l’emanazione di bandi con finanziamenti a fondo perduto per il risanamento delle foreste i cui assegnatari siano privati cittadini . Deve essere esclusivamente il pubblico a gestire fondi e ad occuparsi degli interventi di prevenzione e risanamento.
Fino a quando un solo uomo dagli incendi guadagnerà , il problema non si risolverà mai”.

(Domenico Pettinari
Consigliere Regionale M5S Abruzzo)

Aggiungi ai preferiti : Permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  • “Dark Wings”, di @krishaskies, presente nella Lista di Prima Selezione dei Premi Wattys IT 2018. Leggi gratuitamente!