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‘Unione per Vasto’ contro il progetto di variante alla SS16

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Il progetto di variante alla SS16 a Vasto Marina che la Regione Abruzzo ha di recente reso noto non va proprio giù ad ‘Unione per Vasto’. Secondo il leader della formazione politica, Tagliente, infatti: “La Regione ha reso noto il progetto di variante sulla costa della Strada Statale 16 che prevede la realizzazione di un viadotto in cemento armato ( o in alternativa di un tunnel) da località Trave alla stazione ferroviaria di Vasto San Salvo.
A prima vista il progetto ha tutte le caratteristiche per essere classificato folle, perché a nessuno in condizioni normali verrebbe in mente di realizzare un tracciato di così evidente impatto ambientale, che massacra letteralmente il territorio senza peraltro risolvere i problemi del traffico e della circolazione sulla costa ed in città.
Una variante degna di questo nome avrebbe dovuto essere invece pensata su un tracciato assolutamente alternativo a quello esistente con la finalità di scavalcare la costa e non di comprimerla ulteriormente. Spendere poi 80 milioni di euro ( questa è la spesa preventivata) per realizzare un percorso aereo o sotterraneo di soli 8 km e mezzo è poi ancor più folle  perché con un percorso previsto in altra sede e tutto in pianura la spesa sarebbe certamente più economica.
Negli anni della mia sindacatura il Comune di Vasto propose all’Anas, che se non sbaglio inserì la proposta in uno dei suoi piani decennali, di prendere in considerazione l’ipotesi di utilizzare come variante la strada esistente che partendo dalla bretella realizzata negli anni Ottanta dal Consorzio di Bonifica nelle vicinanze del Cotir si snoda la fondovalle Cena (oltretutto appena riasfaltata) e di lì si immette sulla Trignina e sulla SS 16 in territorio molisano.
Questa soluzione, che mi sembra sia stata ripresa in queste ore dal sindaco di Lentella a cui va tutto il mio plauso, avrebbe il pregio di coniugare le esigenze di Vasto e di tutta la zona costiera con quelle dell’hinterland a cui difettano strade degne di queste nome viste le condizioni di totale abbandono in cui versano da qualche anno perché esse avrebbero così la possibilità di raccordarsi più agevolmente con la grande viabilità e di sopportare disagi minori.
Che si prenda o meno in esame questa idea, l’importante è tuttavia evitare decisioni pasticciate, cervellotiche e scriteriate, per di più paracadutate dall’alto senza nessuna intesa con le amministrazioni e le popolazioni locali e non in linea con gli interessi economici del territorio, a cominciare dal turismo, a cui la realizzazione dell’obbrobrio progettato dall’Anas nuocerebbe.
Trasmetto queste mie considerazioni – conclude Tagliente – alla Direzione regionale Anas, al Presidente della Regione, ai signori deputati e consiglieri regionali del Chietino ed ai comuni del Comprensorio, compreso ovviamente quello di Vasto, rimasto sino a questo momento latitante ed ignorante dei rischi che sta correndo”. Dello stesso avviso Alessandra Cappa, consigliere comunale della stessa formazione politica, che rincara la dose: “Aggiungo alle lucide considerazioni di Tagliente, alle quali mi associo, e non per spirito di gruppo ma perché ritengo che siano le uniche cose “sensate” sinora dette sull’argomento, qualche considerazione di carattere residuale, non per questo meno importante per farci riflettere (e ribellare). Dalle notizie di stampa si apprende che a partecipare alla riunione tenutasi alla Regione, per il Comune di San Salvo vi era (giustamente) un rappresentante politico. Per il Comune di Vasto, invece, il dirigente del Settore. Sarà (anche) per questo che il vicino comune di San Salvo ha ottenuto, come al solito, quel che voleva e, soprattutto, molto più di quello di Vasto, tornato a casa a leccarsi le ferite…..
Sarà (anche) per questo che mentre il Comune di San Salvo, con una certa soddisfazione, ha potuto già comunicare ai propri cittadini l’ulteriore traguardo raggiunto, il Comune di Vasto invece tace…..
Penso che il Sindaco Menna, dopo averci “propinato”, in ogni occasione possibile, la solita storiella del particolare rapporto tra lui e i vertici regionali, non si sia presentato alla riunione non potendo contrapporsi ai suoi stessi amici (pare che D’Alfonso fosse presente), non avendone la forza e quel che peggio l’autonomia rispetto ai loro desideri. Con il risultato, che è sotto gli occhi di tutti, che in uno momento fondamentale per la vita della nostra città, Menna ha lasciato gli interessi e le ragioni di Vasto in balia di se stesse, non potendosi pretendere che un tecnico del Comune possa avere la forza, o debba avere la funzione, di difendere la nostra povera Città!”. Ma qual è l’oggetto del contendere? Nei giorni scorsi, la Regione Abruzzo ha reso noto un progetto dell’ANAS, che ha l’avallo della Regione stessa, e che prevede una variante alla SS16. “La realizzazione di questo tratto stradale” – ha dichiarato Luciano D’Alfonso – “atteso dalle popolazioni locali da oltre 30 anni, sicuramente renderà l’infrastruttura, oltre che maggiormente funzionale, più sicura dal punto di vista della incidentalità”. Obiettivo conclamato dell’opera, è, come dichiarato dalla Regione Abruzzo, “la riduzione dei flussi veicolari di mezzi pesanti in transito nei centri abitati e un migliore collegamento con gli insediamenti produttivi presenti e con l’Autostrada A/14”. Si prevede la realizzazione di un tratto di strada della lunghezza di 8,5 km, del costo di circa 60 milioni di euro. Le critiche di ‘Unione per Vasto’ riguardano un tratto di strada che dovrebbe congiungere il tratto di variante a ridosso della stazione ferroviaria Vasto San Salvo a Località Trave. Secondo il progetto, infatti, il collegamento dovrebbe essere assicurato da un viadotto, che potrebbe avere un impatto estetico ed ambientale negativo su di una zona a vocazione turistica, o, in alternativa, da una galleria, di cui però bisogna valutare impatto e costi. Il presidente D’Alfonso ha comunque dichiarato la sua intenzione di verificare personalmente l’impatto della variante sui territori interessati, compiendo un sopralluogo entro i primi di dicembre, “allo scopo di verificare de visu l’impatto che l’infrastruttura avrebbe sull’ambiente circostante ed eventualmente studiare soluzioni alternative”.

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