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Polemiche climatiche

 

Vasto Marina

Risalgono giusto a qualche settimana fa le polemiche seguite alla bomba d’acqua di inizio agosto, che ha provocato gli allagamenti di Vasto Marina, seguiti dal divieto di balneazione in alcuni tratti della costa successivi alle analisi eseguite dagli esperti dell’ARTA Abruzzo. La pioggia intensa ha sollecitato oltre misura il sistema fognario e le strutture atte allo smaltimento delle acque piovane, danneggiandoli, di qui un momentaneo peggioramento della qualità delle acque in alcuni tratti della costa certificato dalle analisi effettuate e il divieto di balneazione emanato dal Sindaco. Inevitabile la polemica politica, con le opposizioni all’attacco dell’amministrazione, accusata di non essere stata all’altezza della situazione, soprattutto di aver sottovalutato il problema per diversi giorni (le analisi dell’Arta sono iniziate il 5 agosto, il divieto di balneazione è arrivato il 10 dello stesso mese) “sperando che nessuno si accorgesse dei parametri fuori norma dell’Arta”, come ha accusato qualcuno. Secondo diversi esponenti dell’opposizione, inoltre, le strutture, risalenti a qualche anno fa, che avrebbero dovuto garantire lo smaltimento delle acque piovane non sono all’altezza del compito. Al Sindaco, secondo il quale “La bomba d’acqua della notte tra il 2 e il 3 agosto scorso ha prodotto alcuni danni alla rete fognaria […..] Le analisi eseguite dell’ARTA sono figlie di un malfunzionamento della rete fognaria sovraccaricata dal nubifragio” ha risposto in tempi brevi Massimo Desiati, portavoce dello schieramento Vastoduemilasedici : “[…..] E’ bastata una pioggia insistente per far saltare tutto! Fummo i primi a denunciare che quei lavori (la realizzazione delle strutture di smaltimento delle acque piovane, NdR) erano certo insufficienti ed anzi avrebbero potuto rivelarsi dannosi per quella zona ed ecco la prova dei fatti! […..] Sarebbero quelli gli interventi definiti e risolutivi, così come vennero presentati? Noi sfascisti e bugiardi, come solo giorni fa ci ha definito il Sindaco? Chi è, oggi, che viene smentito? Forse noi che abbiamo denunciato il malfunzionamento dell’impianto che oggi, il Sindaco stesso, dice aver causato l’inquinamento rilevato dall’ARTA? Aggiungendo, oltretutto, che mai fino ad ora era stato rilevato inquinamento in quella zona?! Per la tranquillità dei bagnanti e turisti siamo convinti che la situazione si normalizzerà a breve ma quell’impianto, così come da noi denunciato non appena conclusi i lavori e solo qualche anno fa, il problema non l’ha certo risolto e forse, anzi, lo ha aggravato! E’ bastata una forte pioggia ed è proprio inutile che il Sindaco la chiami bomba d’acqua, evocando chissà quale eccezionale ed irripetibile fenomeno atmosferico, non è stato uno Tsunami”. La politica, si sa, è un po’ un gioco delle parti, ma alcune considerazioni sono d’obbligo. Il clima sta chiaramente mutando, come ormai tutti, dagli esperti, ai politici, fino all’uomo della strada, riconoscono, e sta diventando, in Italia come altrove, “più violento”, più incline ad alternare stagioni a volte molto calde fino alla siccità e periodi fortemente piovosi. I fenomeni climatici più estremi, come le piogge intense fino alla bomba d’acqua, le trombe d’aria e probabilmente anche i temporali stanno diventando più frequenti e violenti, basti a riguardo ricordare le alluvioni e le nevicate di qualche mese fa nella nostra regione, la recente tromba d’aria in Veneto, nonché le varie alluvioni che stanno colpendo con sempre maggiore frequenza varie parti d’Italia. Primo responsabile di questo fenomeno è l’uomo, senz’ombra di dubbio; ma le responsabilità umane non si limitano a questo: nel nostro paese si è avuto soprattutto negli ultimi 3 o 4 decenni un vero e proprio scempio del territorio, caratterizzato da disboscamento, cementificazione selvaggia e stravolgimento dell’assetto idro-geologico del suolo. Per capirci: se si costruisce in zona franosa, o addirittura su di un alveo strappato ad un fiume, è evidente che la natura tenderà prima o poi a riprendersi lo spazio rubatole, e che alla prima pioggia di una certa consistenza il suolo franoso può franare o il fiume può riappropriarsi del suo spazio, come è evidente che un suolo ricoperto di cemento impedisce l’assorbimento dell’acqua da parte della terra, e le acque piovane cercheranno un’altra strada, magari travolgendo interi edifici. Tuttavia in un’infinità di casi si è costruito secondo criteri piuttosto elastici, senza tener conto delle esigenze del suolo, o letteralmente senza criterio, come testimoniano le tante, troppe abitazioni abusive all’interno delle nostre città. Di fronte ad un clima fattosi più aggressivo abbiamo un territorio che l’azione umana ha reso più fragile….. E’ quindi evidente la necessità di ricorrere a politiche di messa in sicurezza del territorio che permettano di pianificare gli interventi e le opere da realizzare secondo criteri funzionali e non politico-clientelari, come spesso si fa in Italia. Bisogna inoltre superare una volta per tutte la cultura dell’emergenza e del dopo, caratterizzata da una sorta di tirare a campare sperando che le cose vadano per il verso giusto, salvo poi gridare all’emergenza quando arrivano dei disastri purtroppo sempre più frequenti ed annunciati. Tra l’altro la ricostruzione è spesso assai più costosa della prevenzione, soprattutto quando ai costi economici si aggiungono quelli umani, caratterizzati dalla perdita dell’abitazione e dei propri averi, o, e purtroppo succede anche questo, dalla morte. E’ evidente quindi che chi più sa tutelare il territorio è in grado di affrontare meglio i cambiamenti climatici, chi non lo fa, e in Italia fino ad ora non si è sostanzialmente fatto, è destinato a subirli. Tornando a Vasto, la città nel complesso non è costruita né sul letto di un fiume né alle pendici di un Vulcano e neanche in zona altamente sismica, tuttavia anche il territorio vastese va tutelato contro le manifestazioni più violente del clima, destinate purtroppo ad intensificarsi. E’ evidente che se le condutture sono andate in crisi di fronte ad un temporale alla fin fine non certo catastrofico, di strada, in questa direzione, bisogna ancora farne parecchia. E’ altresì evidente che di fronte ad accadimenti di questo tipo, ma anche a problemi di ordinaria amministrazione, come le tante buche che costellano le strade della nostra città, chi ci amministra da ormai 9 anni deve assumersi le sue responsabilità.

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