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Comitato in difesa dell’ospedale di Vasto, il Partito Comunista all’attacco

“In questi giorni in giro per Vasto si è visto un carro funebre con la scritta: “STANNO FACENDO A PEZZI L’OSPEDALE” e l’annuncio della costituzione di un fantomatico comitato di lotta per salvaguardare la Sanità Pubblica.
Iniziativa lodevole se i promotori, che sono rimasti celati fino alla fine, non fossero esponenti, e anche di primo piano, del centro–destra vastese. Tra questi il Sindaco di San Salvo e il Sindaco di Cupello (a proposito, si è risvegliato dal letargo post–elezione?).
Questi signori che con una trovata degna del populismo più becero (il famoso carro funebre) hanno deciso di iniziare la campagna elettorale raccontando alla gente le loro false considerazioni sul Sistema Sanitario (dimenticandosi di essere i corresponsabili, in quanto esponenti del centro–destra) dello sfacelo e dello smantellamento del Sistema Sanitario pubblico.
Creare un movimento di lotta per salvaguardare il Sistema Sanitario pubblico, significa sconfessare gli ultimi decenni di politiche conservatrici attuate prima dalla DC e poi sia dai partiti di Centro–destra (Forza Ita- lia, AN – Fratelli d’Italia, Lega Nord) che da quelli della sinistra borghese (PDS – DS – PD e varie formazioni politiche di supporto).
Creare un movimento di lotta che sia al di sopra del “campanilismo”, significa dire che l’ultimo P.S.R. (Piano Sanitario Regionale) presentato dal centro–sinistra, e in contiguità con i precedenti del centro–destra, è penalizzante soprattutto per i lavoratori. La chiusura degli Ospedali e dei relativi P.S. negli ospedali di Atessa (sede del polo industriale più grande d’Abruzzo con oltre 10.000 addetti) e di Ortona (sede del porto regionale e del più grande deposito di stoccaggio di petrolio del meridione), oltre a quello di altri ospedali minori (Casoli, Guardiagrele, Atri, Popoli ecc) fatte con eguale “ferocia” sia dal centro – destra che dal centro–sinistra, portano i cittadini – utenti ad innumerevoli difficoltà dovute ad una orografia non di certo vantaggiosa. Porre il problema della salvaguardia della Sanità Pubblica significa battersi contro qualsiasi privatizzazione sia nella prestazione di servizi che nell’affidamento di servizi all’interno delle strutture pubbliche. Significa porsi il problema dei soldi (pubblici) che ogni anno si riversano nelle casse dei soliti noti (cooperative e imprenditori privati della sanità) che fanno “affari” con il bisogno e molte volte la disperazione di tanti la voratori, significa chiedersi e mettersi nei panni dei lavoratori delle cooperative che gestiscono molti servizi all’interno delle strutture pubbliche (CUP, Pulizie, Mensa ecc.), sottopagati e sfruttati.
Porsi il problema della Sanità pubblica, significa ragionare sui continui tagli che i vari governi succedutesi, sia di centro – destra che di centro – sinistra hanno operato in questi anni creando cittadini di serie A e di serie B, ovvero tra quelli che “possono permettersi” le cure e chi invece è “costretto” a rinunciarvi per problemi economici.
Una ricerca del CENSIS afferma che la spesa sanitaria sostenuta dalle famiglie è di 34,5 miliardi di euro. Secondo la stessa ricerca, le lunghe attese hanno fatto sì che oltre 7 milioni di cittadini hanno fatto ricorso all’ “intramoenia” mentre oltre 3 milioni ai laboratori a pagamento anche per una questione di orari di aper- tura. Ma il dato più preoccupante è che 11 milioni di italiani hanno rinunciato alle cure sia per le lunghe attese che per la mancanza di soldi disponibili per curarsi, tra questi 2,4 milioni di pensionati e 2,2 milioni di giovani precari e disoccupati. Si evidenzia, inoltre, in molti casi il costo del ticket di una struttura pubblica è superiore al pagamento della stessa prestazione effettuata a pagamento presso una struttura privata. Questi dati confermano che le politiche dei governi borghesi siano essi di centrodestra o centrosinistra sono volte allo smantellamento del sistema sanitario pubblico a vantaggio di quello privato e vanno nella stessa direzione dell’appropriazione da parte della borghesia di ingenti risorse che il carattere sociale dello Stato. Le stesse direttive del Ministero della salute riguardo alla modifica della continuità assistenziale portando l’assistenza medica territoriale da h24 a h16, ha lo scopo di impoverire e mortificare ulteriormente le persone più svantaggiate oltre che le aree più depresse. Questa riforma oltre che non portare nessun beneficio di risparmio economico andrebbe a gravare ulteriormente i 118 e i Pronto Soccorso creando enormi disagi sia nei pazienti che negli operatori. Noi comunisti, pertanto, chiamiamo i lavoratori, le popolazioni, i proletari a dire no a queste logiche clientelari ed affaristiche che produrranno un ulteriore tracollo per la sanità pubblica andando a creare disparità di trattamento, ovvero, tra quei cittadini che per la propria condizione sociale saranno costretti a rivolgersi a strutture pubbliche che saranno via via dequalificate e dove la logica del profitto sarà preminente, e chi invece, i pochi eletti, potrà rivolgersi a strutture private parzialmente finanziate dai soldi pubblici e coperte da polizze assicurative, per chi potrà permetterselo, che saranno l’eccellenza della sanità. Noi comunisti ribadiamo l’universalità del diritto alla salute: secondo l’articolo 3 della Costituzio- ne italiana, è compito dello Stato rimuovere gli ostacoli che limitano l’eguaglianza dei cittadini e pertanto vanno eliminate le diseguaglianze tra i vari sistemi sanitari regionali che non garantiscono l’uguaglianza degli stessi cittadini. Ma in questa assemblea hanno discusso di queste cose? Hanno fatto autocritica sia Marcovecchio che la Magnacca? Hanno detto che presenteranno una formale richiesta al proprio partito di rivedere la propria posizione politica rispetto alle politiche sanitarie a livello nazionale? O forse questo fantomatico comitato di lotta è solo il solito specchietto per le allodole, la solita truffa parolaia per sostenere qualche candidatura alle prossime elezioni politiche? Un consiglio spassionato però vogliamo darlo a questi personaggi: il carro funebre tenetelo ancora per qualche mese, servirà per il vostro funerale politico. La mancanza di un’analisi seria ed intellettualmente onesta oltre che allo scarso spessore di un intervento vero sulle questioni della sanità dimostrano la scarsa considerazione che avete dei cittadini che sono solo serbatoio di voti per le elezioni e dimenticati il giorno dopo”.

Così il Partito Comunista di Vasto, in una nota.

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