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Crisi idrica, la presa di posizione di diverse associazioni e forze politiche

L’estate 2017, sul fronte dell’erogazione dell’acqua, verrà ricordata come una delle più drammatiche. Soprattutto, nel nostro ambito, nel vastese. Lo ha affermato anche lo stesso presidente della SASI Basterebbe nelle recenti dichiarazioni alla stampa. E, nelle stesse dichiarazioni, ha ammesso che sono necessari lavori per eliminare perdite e raddoppiare le reti. E questo è uno dei punti focali: nessuno nega le particolari condizioni climatiche, nessuno nega la scarsità di pioggia (ma la neve di quest’inverno?) ma tutto questo non può giustificare la situazione attuale. Lo abbiamo scritto e riscritto più e più volte in questi anni, riteniamo sia ancora più indispensabile ribadirlo in queste settimane: è necessaria una svolta il prima possibile, una netta svolta verso la difesa e garanzia di un diritto sacrosanto della cittadinanza. Al centro di tutta l’azione amministrativa e politica, prima di qualsiasi altra istanza devono esserci il bene comune acqua, le esigenze della popolazione e la fine delle ripetute emergenze idriche (soprattutto estive ma che vediamo anche in altre stagioni). Un diritto all’acqua bene comune sancito da documenti internazionali e che quanto hanno chiesto 600.000 abruzzesi con il voto, mai del tutto rispettato, ai referendum del 12 e 13 giugno 2011.
E invece, come molto spesso siamo stati costretti a scrivere negli anni, la sensazione che si aveva nel seguire gli scontri tra i grandi partiti (gli stessi che sul territorio “litigavano” e poi a Roma insieme votavano le macellerie sociali di Monti) e alcune scelte era che il primo pensiero fossero i nomi nei consigli di amministrazione, lo spartirsi poltrone. L’ultimo capitolo l’abbiamo visto l’anno scorso. Al di là di merito e legittimità registriamo un fatto: appena scaduto, a ridosso delle amministrative, il CdA fu immediatamente rinnovato. Un Consiglio a 3 che si compose con un presidente espressione del PD e un’altra consigliera espressione sempre del centro sinistra proveniente da Vasto. Lo rimarchiamo anche alla luce dell’appello “campanilistico” (Vasto primaria perché capitale – scelta da chi e in base a cosa non è dato saperlo – del turismo in provincia, gli altri Comuni verrebbero dopo e a loro va riservato un trattamento meno tutelante?) del sindaco di Vasto. Mentre, per esempio, il sindaco di Casalbordino ha chiesto un incontro agli altri sindaci per agire efficacemente per trovare soluzioni adeguate il prima possibile.
La stessa solerzia dell’elezione del CdA c’è in altre situazioni? C’è di fronte alla cittadinanza? Basterebbe afferma che sono necessari i lavori prima citati, finora? Nel 2011 (con retroattività all’anno precedente) fu varato un nuovo Piano d’Ambito, che ha previsto aumenti delle bollette fino al 2023. Aumenti con i quali i cittadini si sono ritrovati a pagare per 105.881.397 euro di investimenti mai effettuati e 65.000.000 di euro di ricavi in meno rispetto al previsto. Quel Piano prevedeva anche un programma di lavori in tutto il territorio. Essendo passati 6 anni, non sarebbe diritto della cittadinanza che si riferisca pubblicamente cosa è stato fatto e cosa no? Se rispetto ai crono-programmi ci sono ritardi sapere perché, per responsabilità di chi e chi paga? Ci sono serbatoi per interi territori (è successo a Casalbordino il 5 Agosto) che la Sasi ha dichiarato essersi svuotati completamente o condutture che saltano anche a minime piogge (come in alcuni quartieri di Vasto). Lasciando la cittadinanza a secco improvvisamente, senza nessuna avvisaglia precedente. Come è possibile? Possibile che non ci siano (o non siano scattate, in questo caso perché?) procedure di allerta ed emergenza?
Di fronte al razionamento idrico, alla non erogazione per tantissime ore, il cittadino rimane praticamente da solo, invitandolo di fatto a garantirsi tutto da solo. L’acqua non c’è, quindi adattatevi con serbatoi e autoclavi. Ma non stiamo parlando di una merce qualsiasi, stiamo parlando del bene per eccellenza. Di un diritto vitale. Non di un lusso per pochi. E, in anni di crisi, impoverimento, disoccupazione crescenti chiedere – a chi già è gravato dal peso delle bollette aumentate – di accollarsi nuovi oneri non è sostenibile. Perché non tutti possono permettersi pozzi, autoclavi o altre spese similari. Senza dimenticare anziani e malati gravi. Per i quali l’acqua è ancora più necessaria, non averla è un rischio gravissimo.

Arci Provincia di Chieti
Associazione Antimafie Rita Atria
Confederazione Cobas Chieti
PeaceLink Abruzzo
Rifondazione Comunista Prov. Chieti
Sinistra Anticapitalista Abruzzo

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