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Primarie del Centrodestra, Incoronata Ronzitti: “Invito gli elettori a scegliermi perché ritengo che questo sia il momento del cambiamento”

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Quarta candidata alle primarie del Centrodestra raggiunta da Vastinforma, Incoronata Ronzitti ha accettato gentilmente di rispondere alle nostre domande.

– Allo stato attuale delle cose, siete in 5 a puntare alla candidatura a sindaco di Vasto da parte del centrodestra….. perché alle primarie gli elettori dovrebbero scegliere lei piuttosto che uno dei suoi antagonisti?

Per la prima volta a Vasto – è un dato importante su cui mi soffermerei – si svolgeranno le primarie definite del centrodestra ma che sono anche le primarie dei movimenti civici. Queste primarie sono alternative a quelle del centrosinistra come la nostra coalizione è alternativa al centrosinistra che è stato al governo per 10 lunghi anni e vuole rimanerci. Perché dovrebbero scegliere me?  Io questo l’ho già detto in un comunicato diffuso in questi giorni e in varie interviste che ho rilasciato. Io propongo la mia candidatura e invito gli elettori a preferirmi – a scegliermi – proprio perché ritengo che questo sia il momento del cambiamento. Ovviamente ogni forma di cambiamento richiede un atto di coraggio e non possiamo dire di sentirci coraggiosi nella misura in cui ci sentiamo supportati da schieramenti di partito o da gruppi consolidati che in qualche modo sostengono la nostra candidatura: in questo caso diventa difficile presentarsi come il cambiamento vero e proprio…. Gli schieramenti ben definiti non vanno a sostenere un candidato nuovo.  Per “nuovo” non intendo “volto giovane” perché è facile reperire un volto giovane…. Spesso il nuovo viene indicato come quello che non ha esperienza amministrativa e non ha conoscenza tecnica dei giochi di palazzo e di potere…. Ma cosa significa averne? Portare la città al punto in cui si trova? Allora penso sia utile non averne … Io penso che la città debba concedersi l’occasione di cambiare e per farlo ci vuole coraggio. Il primo atto di coraggio l’ho compiuto io nel presentarmi e nel propormi in una coalizione dove la competizione – lo so molto bene – sarà serrata, anche se fatta da persone che hanno sposato un progetto comune, che porteranno alla vittoria a giugno (o a luglio).

 

– Il percorso che ha portato alle elezioni primarie è stato abbastanza faticoso…. a suo avviso questa competizione è una prova da affrontare “obtorto collo” in nome dell’unità o una prassi da consolidare anche per il futuro?

Ha detto bene quando ha detto che è stato un percorso molto faticoso… aggiungerei altro: è stato molto lungo… questo è un percorso iniziato già otto mesi fa coi suoi “si no ma però forse” e alla fine siamo giunti al convincimento che era necessario utilizzare questo metodo perché non si era altrimenti riusciti ad individuare una candidatura condivisa e a superare differenti visioni su come si sarebbe dovuta guidare la città. Abbiamo quindi concluso che l’unico strumento valido fosse quello delle primarie… questo sicuramente non è uno strumento indefettibile in quanto il rischio inquinamento è fortissimo… si sente in questi giorni su certe testate giornalistiche che c’è tutta una serie di sondaggi e considerazioni che vengono fatte – a mio giudizio velleitariamente – e pretendono di rifarsi a dati oggettivi, che però non è dato di sapere quali sono, per cui è evidente che o si inquinano le primarie o si cerca di inquinare il convincimento dei vari competitors all’interno della coalizione. Quella delle primarie è una prassi da far proseguire nel futuro? Certamente si! il popolo deve essere coinvolto il più possibile: io vorrei che la città partecipasse non con 4447 votanti come alle primarie del centrosinistra ma in misura molto maggiore poiché la scelta del miglior candidato possibile – in qualsiasi partito o coalizione – è un qualcosa che riguarda tutta la città quindi credo che la cittadinanza debba essere parte integrante di ciò che la politica si appresta a fare.

 

– Quale dei suoi 4 antagonisti considera il suo concorrente più temibile e perché?

Sento di non poter rispondere in maniera pertinente. Non ho antagonisti che ritengo essere temibili e non ho su questo una motivazione particolare. Secondo me sono semplicemente dei competitor – degli amici – che si collocano nell’ambito di una strategia o di un programma che per vissuto, per dato esperienziale, e anche per questioni anagrafiche e per appartenenza politica o partitica hanno uno spessore e una dimensione diversi dai miei. Volendo ragionare in termini quantitativi: sono sicuramente più “grandi”  ma a loro mancano – dal mio punto di vista – la freschezza, la spontaneità, la genuinità e la immediatezza che una figura come la mia, per un dato esperienziale e per un fatto anagrafico, nonché per la mia non aderenza ad una formazione partitica e anche per un vissuto personale, può spendere in questa avventura politica. Per me sono tutti dei competitors validissimi e non percepisco nessuno come nemico.

 

– Supponiamo che lei vinca le primarie….. a giugno dovrà vedersela, sia pure con tutto il centrodestra a supportarla, col centrosinistra, col M5S e, forse, con qualche altro concorrente….. quale risultato si aspetta alle elezioni amministrative?

Il risultato più prevedibile in una città come Vasto – 41000 abitanti, con un comprensorio così vasto – caratterizzata da tante sfaccettature e tante criticità è il ballottaggio. E’ prevedibile che il ballottaggio avvenga col centrosinistra perché questo ha governato per 10 anni, ed è evidente che, avendo avuto la guida di una città per tanto tempo, può contare una sorta di consenso che, sia pur  “scontento” rimane pur sempre consenso. Una considerazione sul  M5S: il loro consenso rappresenta una forma di protesta, di dissenso: un dato che probabilmente aumenta in maniera inversamente proporzionale al nostro indice di gradimento o rispetto a quanto siamo bravi ad aumentarlo – o a diminuirlo -. Per concludere: sicuramente mi immagino una situazione di ballottaggio.

 

– Supponiamo adesso che lei sarà il nostro prossimo sindaco: una esigenza attualmente molto sentita dai nostri concittadini è quella della sicurezza: è evidente che certe tipologie di reato sono in aumento e l’opinione pubblica ne è giustamente allarmata….. durante l’attuale amministrazione, sia pure su sollecitazioni dell’opposizione, si è da poco attivato l’impianto di videosorveglianza….. la sua amministrazione invece cosa farà di concreto?

Se mi chiede cosa la mia amministrazione farà di concreto oltre alla videosorveglianza vuol dire che questo impianto di videosorveglianza non viene percepito o comunque considerato come sufficiente e neanche, diciamo, “sufficientemente sufficiente” a garantire la sicurezza. Sono d’accordo. L’impianto di videosorveglianza è un qualcosa che va bene ma non è sufficiente di fronte ad una serie di tipologie di reati che come è stato osservato sono in aumento. Devo dire anche un’altra cosa: la sicurezza è comunque un qualcosa di estremamente complesso: non si garantisce soltanto attraverso delle macchine o con l’ausilio di apparecchiature. E’ necessario avere un ingente numero di risorse umane, come la Polizia Municipale, i Carabinieri e la Polizia di Stato, da destinare alla sicurezza ma sono diversi i fattori e le strategie di intervento da mettere in campo per poter parlare di sicurezza. Un altro esempio: gli uomini della Capitaneria di Porto potrebbero essere utilizzati per la sorveglianza e il controllo – oltre che del mare –  dell’area demaniale: una vasta area che comprende Vasto Marina dove un vasto numero di reati si sta ripetendo da anni in maniera indisturbata a danno delle attività commerciali ma anche delle civili abitazioni, prime o seconde che siano. Bisogna inoltre ricorrere alla prevenzione. Non si parla mai di prevenzione… effettivamente bisogna riflettere sul fatto che in un sistema democratico e civile piuttosto che reprimere e perseguire reati bisogna svolgere attività di prevenzione perché la misura vera della sicurezza e del civismo di un paese è data dalla capacità di prevenire. Questo presuppone che si facciano campagne informative in maniera tale che i cittadini si sentano coinvolti e attori così da aiutarsi e tutelarsi l’uno con l’altro.

 

– Oltre alla sicurezza, quali saranno le altre sue priorità e come intende farvi concretamente fronte?

Altre priorità di questa città sono la rete fognaria e l’impianto acquedottistico. Questo perché garantiscono l’approvvigionamento di acqua che è fondamentale sia per la vita quotidiana che per le attività commerciali. La rete fognaria è qualcosa di allucinante: non è possibile pensare a Vasto come ad un qualcosa che rappresenta una perla sotto il profilo paesaggistico e naturalistico nell’Adriatico per poi vedere che le acque sono sistematicamente inquinate e c’è l’interdizione alla balneabilità nel clou del periodo turistico salvo poi parlare di turismo come volano dell’economia che deve essere rilanciata e che deve creare posti di lavoro. I lavori di ristrutturazione e di adeguamento saranno un’impresa che richiederà risorse non solo comunali: sarà necessario predisporre un programma e una progettazione con un ingente capitale da investire che bisognerà necessariamente reperire in ogni modo e in ogni forma possibile non escluso l’accesso ai fondi strutturali europei. E’ un investimento che richiederà notevoli sforzi in termini di capitali ma anche di progettualità e che non darà risultati nel brevissimo tempo ma comincerà a darne nel medio termine e le relative opere devono essere immediatamente messe in cantiere.

 

– In un recente incontro coi cittadini vastesi, Massimo Desiati si è impegnato, qualora diventi sindaco di Vasto, a svolgere il suo ruolo per tutta la durata del mandato, rinunciando quindi a candidarsi al Consiglio Regionale o al Parlamento o comunque a qualsiasi incarico incompatibile col ruolo di Primo Cittadino. Se la sente di prendere un impegno simile coi vastesi anche lei?

Credo proprio di si. Perché credo che comunque il ruolo più importante e più difficile per chi vuole dare e per chi vuole fare per il territorio, la comunità in cui è nato, sta vivendo e in cui ha messo comunque al mondo dei figli, sia proprio quello di occuparsi di questo territorio. Il piacere di vedere che si è in grado, amministrando, di creare delle opportunità e di creare delle occasioni di occupazione credo sia la cosa più gratificante e forse il traguardo più ambito e più difficile per un politico. Non è forse tanto difficile andare ad occupare uno scranno in consiglio regionale così come in parlamento e non è difficile immaginare come questo possa essere interessante ed appetibile, però noi ci rendiamo conto che nonostante abbiamo dei rappresentanti del territorio in parlamento, e ne abbiamo avuti anche negli anni passati – non parliamo solo degli ultimissimi anni – è molto difficile vedere i benefici di questa attività politica sul nostro territorio. Per quanto riguarda invece la gestione politica a livello regionale sono ahimè troppi anni, troppi lustri che sul territorio non torna assolutamente nulla. Quindi – sicuramente si – se io fossi eletta mi occuperei esclusivamente di questa sindacatura per tutto il tempo del mandato… per tutto il tempo che la sindacatura possa durare nei termini di legge.

– 5 anni o 10?   

I 10 (5+5) anni ormai sono quasi attribuiti in automatico poiché se nei primi 5 anni lavori bene – o non lavori troppo male – la cittadinanza ti da il beneficio della  proroga per altri 5 anni

– Si ripresenta il sindaco uscente…

Si ripresenta, avendo potuto gestire, conoscere e mettersi a disposizione della città .

 

Visto che oggi è l’8 marzo: tra i 5 tu sei l’unica donna… è un vantaggio, è uno svantaggio o non è né l’una né l’altra cosa?

 

Potrei rispondere così: qualche tempo fa un mio competitor mi disse: “Perché dovrebbero votare te… solo perché sei donna? E qual è poi il motivo: essere donna o essere uomo ai fini politici o dell’espressione di un consenso cosa cambia?”. Aveva perfettamente ragione. Non si vota qualcuno solo perché è donna o perché è uomo. Vero è che comunque in questa città una sindacatura femminile non c’è mai stata. Se noi ci guardiamo attorno ci rendiamo benissimo conto che tutti quei paesi dove ci sono, poiché la collettività ha avuto il coraggio di cambiare  – non solo come politica e come programma ma anche come genere – puntando sulla femminilità, sono paesi che vengono amministrati molto bene. Un esempio è la vicina San Salvo dove c’è l’esempio del sindaco Tiziana Magnacca che penso la dica lunga… Detto questo io non so se l’essere donna rappresenti un vantaggio o uno svantaggio… sicuramente sono un fenomeno isolato all’interno di questa coalizione. Questo è un momento storico in cui finalmente – io dico finalmente – altre figure femminili si sono affacciate e hanno avuto comunque il coraggio di cimentarsi in questa competizione politico – amministrativa e in cui la nuova legge elettorale dei comuni prevede il doppio voto di genere. Non dimentichiamo l’obbligatorietà di una quota rosa nelle candidature – spero che un domani sia obbligatoria la quota azzurra! – si parla della obbligatorietà della differenza di genere non a caso. In un momento simile  non si poteva pensare che una persona – una donna – che comunque si è affacciata al mondo della politica ormai da diversi anni e che aveva partecipato a quel tavolo di concertazione perché si potesse arrivare anche nel centrodestra ad usare lo strumento delle primarie non formalizzasse questa candidatura. Non so se questo mi penalizzerà o mi avvantaggerà… questa mia figura non deve essere eletta solo perché donna ma per tutto ciò che una femminilità può portare e che può essere presa per maggiore attenzione, maggiore vicinanza, maggiore sensibilità nei confronti di quella che è la vita quotidiana.

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