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Parco Regionale Sirente-Velino: le richieste delle associazioni

Sirente_Autunno_2005

 

Riceviamo e pubblichiamo:

Le associazioni bocciano i deleteri localismi e i cronici ritardi che frenano il Sirente-Velino

“La Regione dimostri di credere davvero nel suo Parco e nell’ambiente”

L’Abruzzo regione verde d’Europa non può essere solo uno slogan: si annunciano ulteriori tagli ai fondi per le Riserve Regionali dopo quelli del 2014 (-14%) e del 2015 (-7,5%) ed è inaccettabile

 

Il Parco Regionale Sirente-Velino è stato instituito nel lontano 1989, da oltre un quarto di secolo. Eppure non riesce tuttora a decollare né semplicemente ad approvare il proprio Piano di Assetto nonostante siano intercorsi anche due interventi legislativi nel 2000 e nel 2011. Una situazione semplicemente inaccettabile che la Regione dimostra di voler risolvere attraverso la presentazione da parte del governo abruzzese di un disegno di legge che, esprimendo nelle sue linee generali una nuova ipotesi di gestione, potrebbe rappresentare un punto di svolta, liberando finalmente il Sirente Velino dai condizionamenti localistici, dettati da miopi visioni clientelari e assistenziali, che lo hanno in questi anni sempre ingessato. La proposta di legge è certamente migliorabile e dovrà comunque passare, prima dell’approdo in aula, attraverso un serio confronto con il territorio e con i portatori di interesse ben al di là del solo perimetro protetto. Il Parco regionale è infatti un patrimonio dell’intero Abruzzo che può rappresentare un formidabile volano per il rilancio sociale ed economico delle persone che vi abitano, purché non venga considerato – come troppo spesso è accaduto in questi anni – soltanto come una smunta mucca da mungere.

Un atteggiamento sbagliato e dannoso per la tutela ambientale e per le popolazioni locali che tuttavia persiste: il disegno di legge è fermo da mesi in commissione consiliare a causa di una serie di proposte di emendamento, in gran parte inaccettabili e a volte persino contrarie a norme di legge nazionali e regionali, che sembrano puntare al solo obiettivo di snaturarne i contenuti innovativi per ridurre l’area protetta a una sorta di nuova comunità montana, il che è semplicemente inaccettabile.

Le associazioni WWF, Legambiente, Ambiente e/è Vita, Archeoclub, Pro Natura, FAI, Lipu e Italia Nostra, consapevoli dell’importanza del patrimonio naturalistico, paesaggistico e culturale del territorio del Sirente-Velino e delle esigenze delle sue popolazioni, chiedono che:

sia approvato finalmente il Piano del Parco, il cui testo è pronto da anni, accelerando al massimo il confronto con le comunità locali;
ricominci l’iter per l’approvazione della nuova legge sul cui contenuto sono pronte a discutere e a confrontarsi;
vengano ricostituiti, sulla base della nuova legge, organi gestionali democraticamente eletti;
venga riorganizzata la pianta organica e adeguata la dotazione finanziaria per garantire un ottimale funzionamento dell’Ente.

Respingendo decisamente e vigorosamente ogni tentativo di emendamenti che minerebbero l’esistenza stessa del Parco Sirente-Velino, le su indicate associazioni propongono l’apertura di un tavolo di confronto per addivenire rapidamente alla definizione della nuova disciplina.

I valori del Parco Sirente-Velino (unico parco regionale e patrimonio di tutti gli abruzzesi)  sono tali che, qualora dovesse invece protrarsi l’attuale e troppo lunga fase di immobilismo dettata da inadeguatezze normative, varrebbe la pena chiedere al governo di farne un parco nazionale.

Le associazioni WWF, Legambiente, Ambiente e/è Vita, Archeoclub, Pro Natura, FAI, Lipu e Italia Nostra, chiedono inoltre che la Regione dimostri con i fatti di “credere” nella tutela dell’ambiente e di comportarsi di conseguenza. Dopo quelli del 2014 (-14%) e del 2015 (-7,5%) sono stati infatti già annunciati ulteriori tagli ai fondi per le Riserve Regionali. Sarebbe, se le voci trovassero malauguratamente conferma, il terzo anno consecutivo nel quale il governo abruzzese taglia risorse a un settore strategico per la propria economia. Tagli che metterebbero in ginocchio il Sistema delle Aree protette, compromettendo seriamente il livello dei servizi offerti, la tutela della biodiversità e gli effetti benefici sul turismo, l’enogastronomia e l’agricoltura di qualità. Le Riserve hanno retto grazie alla passione di chi ci lavora, al supporto del volontariato delle Associazioni, e soprattutto grazie all’impegno e alle anticipazioni economiche fatte dalle Cooperative. È necessario dare stabilità a un sistema precario anche tramite un piano triennale che definisca obiettivi e fabbisogni effettivi e rimetta al centro della politica regionale quello che rappresenta un settore fondamentale per il benessere dell’Abruzzo, senza dimenticare che le Aree Protette giocano un ruolo fondamentale anche per il rispetto degli obblighi europei derivanti dalla Rete Natura 2000 per cui l’Abruzzo è, per i suoi ritardi, in procedura di pre-infrazione.

Il Parco Sirente-Velino e le Riserve regionali possono e devono rappresentare, di concerto con gli agricoltori e gli operatori del turismo, un  valore aggiunto per un territorio che ha scelto una linea di economia verde per il proprio futuro e che deve insistere convinto su questa strategia.

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